venerdì 2 gennaio 2015

FILTRO ANTI PARTICOLATO, quello che si deve sapere

Esistono due principali sistemi di filtraggio dei gas di scarico nei motori diesel, il sistema Fap  “filtre à particules”  per il fatto che si tratta di un brevetto francese utilizzato prevalentemente dal gruppo PSA per  i motori diesel di Peugeot,  Citroen, Volvo, e Ford.
Questo sistema si basa su una trappola ceramica che cattura e immagazzina il particolato dei gas di scarico, di  dimensioni  pm10 in su, una volta pieno il filtro viene ripulito, per via di una strategia adottata dal sistema di iniezione, che ritarda l’iniezione del carburante,
aumentando la temperatura dei gas di scarico fino a circa 450/500 gradi, e grazie ad un additivo , la Cerina , contenuta in un serbatoio supplementare , anch'esso controllato dal sistema elettronico, che inietta nel gasolio questo additivo ogni volta che il sistema si attiva per la pulizia, fa si che il particolato prima trattenuto si brucia fino a ridursi a pm 01, quindi potrà essere rilasciato dalla trappola, in atmosfera così ridotto in dimensione, ma non in quantità
Questo sistema prevede quindi una periodica manutenzione, che consiste nel fatto, che si dovrà  procedere al rabbocco del liquido Cerina , ogni 70.000\80.000 chilometri percorsi,  il tutto è segnalato dal sistema , e normalmente si dovrà resettare il sistema, con un computer diagnostico .
Infatti, una volta accesa la spia del Fap, e la eventuale dicitura nel display  manutenzione , la stessa potrà essere resettata solo entrando nel sistema ECM,  “centralina motore”.

Il secondo sistema DPF  “diesel particolate filter” installato sulla maggioranza delle vettura in circolazione, è sempre basato sulla trappola ceramica che trattiene il pm10, ma il sistema di bruciatura del particolato avviene ad una temperatura  molto più elevata , 600\800 gradi, questo perché esso non utilizza la Cerina , ma è il sistema elettronico ECM che adotta una strategia di surriscaldamento dei gas sempre con il ritardo iniezione .
Il sistema in questo caso si attiva solo quando i sensori posti sul filtro , segnalano il livello di intasamento,  facendo in modo che la pulizia si avvia in automatico durante l’utilizzo della vettura. Tuttavia può capitare che il sistema non riesca ad espletare il compito alla perfezione,  questo nel caso di utilizzo della vettura prevalentemente nel traffico cittadino, in questi casi la spia del DPF si accende nel quadro, e si può risolvere l’inconveniente, sempre con un computer diagnostico, con il quale si provvede a spingere una pulizia forzata del filtro DPF, entrando nel sistema ECM.
Quindi ricapitolando, la manutenzione del filtro particolato e un bel grattacapo conviene seguire le indicazioni del costruttore, anche perché , nel caso di trascuratezza, se il filtro si dovesse intasare al 100%, si dovrà procedere alla sostituzione dello stesso, con notevole costo, e fermo vettura.

Il consiglio che vi posso dare è di utilizzare la vettura anche in funzione della pulizia del filtro antiparticolato, quindi ogni tanto una sana tirata del motore, per esempio in salita, ai fini di scaldare lo scarico e quindi avviare un auto pulizia, conviene anche a discapito di un maggior consumo di carburante.

Inoltre posso aggiungere, che esistono due scuole di pensiero, riguardo la vera utilità del filtro anti particolato, in funzione della salute pubblica di tutti noi, semplicemente perché sono in molti oramai a sostenere che il pm01 prodotto dal processo di auto rigenerazione, sia molto piu dannoso per la salute, in quanto questa particella e talmente microscopica che penetra direttamente nei pori della pelle umana e e degli animali, rispetto alla piu grande pm10, che pur dannosa e più grossa e pesante, quindi si deposita a terra per poi defluire con le acque piovane o depositarsi nei muri delle case e delle strade.

 A sinistra un esempio di come è strutturata una particella di particolato diesel.







                                                 

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